venerdì 19 maggio 2017

Quale edilizia per ripartire?



Dall'edilizia abbiamo segni di risveglio che speriamo si consolidino anche in Valtellina e Lombardia, ma nulla sarà più come prima data l'eredità di questi lunghi anni di crisi "biblica"che ha visto il crollo dell'edilizia e il radicale cambiamento degli stili dell'abitare e del vivere urbano.
Come ripartire allora?

L' edilizia potrà farlo se si muoverà verso una nuova qualità funzionale dell'abitare, con contesti accoglienti, riducendo innanzitutto il consumo di SUOLO  e investendo nel recupero e nella riqualificazione, nel rammendo delle strutture urbane, nella qualità dei contesti urbani ed extra-urbani a costi molto più bassi degli attuali, utilizzando materiali eco-sostenibili e bio-compatibili per salubrità del vivere, risparmio energetico, (paglia-calce, legno, nanomateriali, ecc.).


Accogliendo, in secondo luogo, i cambiamenti di stili abitativi e di lavoro in veloce trasformazione: abitare condiviso, lavoro condiviso, fino a forme condivise di trasporto privato o del lavoro domestico, e/o della stessa cucina o la condivisione di servizi alla persona, strumenti trasformativi per mettere in comune risorse, anche di tempo, con la logica della condivisione di una nuova forma di ABITARE, dal lavaggio degli indumenti, alla pulizia e alla cura degli spazi alla cucina, alla cura degli anziani, verde e animali fino alle reti WI-FI.
Trasformazioni che riaccendono forme di società che si erano perdute, creando un'edilizia non speculativa  che guarda a nuove modalità di vivere, consumare e lavorare.




Nessun commento:

Posta un commento